Bar Prova e la passerella Segrate dello Studio Brusa Pasqué

Bar Prova e la passerella Segrate dello Studio Brusa Pasqué

Studio Brusa Pasqué ha realizzato due progetti che esprimono la volontà di relazionarsi con il mare, la città e l’innovazione tecnologica: il suggestivo bar Prova a Tivat, in Montenegro, e la simbolica passerella Segrate.

Il bar Prova

Il progetto del ristorante e lounge bar Prova in Montenegro fonde in sé la peculiarità del sito di progettazione e la volontà di relazionarsi con la città e con uno dei suoi aspetti più caratterizzanti: il mare, riproposto nelle sue peculiarità più suggestive e affascinanti.

L’edificio sorge nel luogo in cui prima si trovava una ristorazione all’aperto e ne sfrutta la posizione strategica, che permette di ammirare l’assoluta bellezza del lungomare. Uno degli aspetti del sito di progettazione che ha influenzato lo sviluppo del progetto è la forma cuspidata del lotto originale e la presenza di alcune palme lungo il tratto vista mare, vincoli fisici che hanno influenzato molto l’aspetto del bar: la forma cuspidata del lotto appare, infatti, riflessa e sottolineata dall’edificio, che rimanda alla prua della nave. Dal punto di vista materiale il progetto suggerisce un senso di unità e mimetismo con il territorio: il legno del Montenegro, caldo e autoctono, riscalda ed esalta la forma esterna dell’edificio; l’acciaio inox, moderno ed estremamente resistente alla salsedine, ricopre i portelloni dell’entrata rifinendo l’architettura nei suoi particolari; i ciottoli locali nella pavimentazione esterna dialogano con il legno della facciata; il vetro delle ampie finestrature affacciate sul mare, gioca con le variazioni della luce: si solidifica in specchi trasparenti durante il giorno per poi svanire nelle prime ore serali, quando le luci interne del bar cominciano ad illuminarne l’interno. Il bar Prova rappresenta in sostanza il tentativo ben riuscito di rivisitare la natura marina della città e riproporla nei suoi aspetti più suggestivi e magici, rendendo omaggio all’animo festoso e multiforme del Montenegro.

L’esterno. La forma “nautica” del progetto non è solo un caso, è uno dei punti di forza del progetto: particolari apparentemente insignificanti, come gli oblò in facciata o gli ombrelloni posizionati sulla terrazza dell’edificio, che ricordano in tutto e per tutto bianche vele gonfi ate dal vento, si fondono nella mente dell’osservatore e trasfigurano l’intero edificio in una grande barca arenata a pochi passi dal mare. L’interno. Lo scenario all’interno è completamente diverso, ma per molti aspetti ancora solidamente legato al mare: pavimenti di lucido vetro e lampade multicolore medusiformi costruiscono in pochi tratti il fondale di un mare tropicale, uno spazio ibrido in cui uomini e meduse fl uorescenti si muovono insieme, mentre un paesaggio di mare ammicca appena oltre le ampie vetrate. Tutti questi particolari concorrono a sottolineare in maniera ancora più decisa la singolarità dell’ambiente, suscitando l’impressione generale di essere seduti dentro un enorme acquario.

La passerella Segrate

Il progetto del ponte pedonale è sorto da un’esigenza di leggerezza e semplicità, un inserimento minimalista in una struttura nella quale sono ben riconoscibili i caratteri del territorio di Segrate, legati soprattutto al mondo della ricerca e dell’innovazione tecnologica. Un ponte pedonale dall’alto valore simbolico che si pone come mezzo attraverso il quale tentare una ricucitura tra due quartieri della stessa città (Lavanderie di Segrate e Milano Due) e che diventa il centro di una rete ciclopedonale diffusa che la strada Cassanese spezzava come un fiume in piena. La nuova passerella diventa così l’emblema dell’ingresso nella città di Segrate, altrimenti frammentata e priva di una forte identità e omogeneità culturale.

Gli accessi al ponte sono due: dal lato Sud vi si accede tramite una rampa e un impianto di sollevamento, utilizzabile anche da portatori di handicap; dal lato Nord vi si accede tramite un’ulteriore rampa e un ascensore. Il percorso ciclopedonale è costituito da un impalcato ligneo. Nella parte di ponte sopra la Cassanese viene eseguita la raccolta di acqua piovana, convogliata poi, tramite due canaline, ai lati del percorso fino alle pile principali dove giungono a terra e si collegano alla rete di scarico esistente. Lungo tutto il percorso è previsto sui due lati il posizionamento di tubi luminosi.

La movimentazione è di tipo oleodinamico. Le cabine sono chiuse su tre lati, hanno struttura portante in acciaio e specchiature con vetro multistrato antisfondamento trasparente. Vano di corsa realizzato con struttura portante in profi li di acciaio e involucro esterno in struttura tubolare di acciaio zincato preverniciato e specchiature in lastre di vetro multistrato antisfondamento. Porte di piano vetrate apribili ad anta verso l’esterno con vetro multistrato antisfondamento. Serrature automatiche di sblocco, apertura manuale. La tettoia sopra lo sbarco sporge di 100 cm.

La passerella è un tipico ponte “sospeso” con un’ossatura portante realizzata interamente in acciaio ad alta resistenza, sorretta da funi pretensionate al fine di garantire la curvatura di progetto. La struttura è costituita da tre travi principali e da una serie di traversi di connessione alle funi di sostegno. La portata di progetto sulla passerella è di circa 500 persone, valore già superato con successo in fase di collaudo.

La progettazione e la modellazione teorica dell’opera è stata eseguita mediante l’utilizzo di programmi informatici specialistici e ha suscitato l’interesse da parte del Politecnico di Milano e dell’Università di Genova, che hanno seguito da vicino le fasi di progetto definitivo pubblicando una tesi specifica sull’argomento.